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Immaginare il Futuro. Protagonisti e domande di Connections 2020

Aggiornamento: 27 giu 2020


Il Connections Festival, la rassegna culturale de Il Caffè Torinese diretta da Francesco Biasi, Barbara Bonardi e Nicola Decorato, torna quest’anno in una versione straordinaria completamente in streaming dall’1 al 5 luglio. Il festival, che ha visto svolgersi nel 2019 la propria prima edizione, nasce dal lavoro della redazione di studenti universitari de Il Caffè Torinese, magazine culturale online, con la collaborazione del gruppo Aequalis della Cascina Roccafranca.


Se il filo conduttore della prima edizione era stato individuato nel concetto di spazio urbano, l’emergenza Covid-19 ci ha da un lato impedito di replicare l’esperienza, dall’altro ci ha fornito lo spunto tematico attorno al quale è stata costruita la seconda edizione: "Immaginare il futuro" è il tema scelto per questa nostra nuova e temporanea veste digitale, esplorato grazie agli interventi di scienziati, umanisti e artisti.


Il lockdown ci ha costretti a profonde riflessioni: circa il nostro modo di vivere, circa la nostra storia, circa il nostro futuro. Ma, pur rappresentando uno spunto, non sarà 'emergenza sanitaria al centro della rassegna. Il concetto di “futuro” è infatti sempre stato importante e necessario per la mente umana, assumendo particolare significato in un’epoca come la nostra, densa di cambiamenti sociali, di trasformazioni tecnologiche e di incognite che gravano sul presente.


Siamo chiamati a immaginare il futuro più spesso di quanto non appaia. E lo facciamo, per quanto possa apparire paradossale, attingendo alle nostre memorie del passato. Lo facciamo come individui: come sostiene Annamaria Testa, oggi le neuroscienze ci confermano che le strutture neurali coinvolte nel ricordare e nel prevedere sono sostanzialmente le stesse. Lo facciamo come comunità: la storiografia ci insegna che lo studio dei fenomeni sociali, politici ed economici complessi di oggi non può prescindere dalla comprensione di radici culturali ben più antiche.


LE CONFERENZE – Come costruire il sistema culturale del futuro? Come relazionare e rendere complementari cultura scientifica e umanistica? Ad aprire il festival, rispondendo a queste e altre domande, sarà il giornalista Alessandro Zaccuri, volto ricorrente del Festival della Mente di Sarzana.


E sarà proprio una lezione di memoria collettiva quella di Alberto Mario Banti, dal titolo “Immaginare la Nazione”. Lo storico, che da anni si occupa di studiare l’Ottocento e, in particolare, il Risorgimento italiano, ci ricorderà come l’immaginazione e la costruzione del futuro politico di una comunità parta necessariamente da elementi riconoscibili e di facile interpretazione, trattando il caso dell’Italia all’alba dell’unità nazionale.


Bambini e ragazzi iperconnessi sono a rischio di trovarsi intrappolati in comportamenti e stili di vita pericolosi per la propria salute fisica e psicologica. L’online disconnette chi cresce dai propri bisogni emotivi e cognitivi, alterando il modo in cui i giovanissimi si avvicinano alla vita e al futuro. Lo psicoterapeuta Alberto Pellai e la psicopedagoga Barbara Tamborini, in dialogo con il direttore Nicola Decorato, parleranno delle sfide educative per chi vive a contatto con i nativi digitali, anche alla luce dell’esperienza Covid.


Nella storia della musica alcuni compositori sono riusciti a influire, con la loro arte, sugli sviluppi del pensiero politico e degli assetti istituzionali. Ne abbiamo individuati tre, diversissimi tra loro per cultura, formazione, nazionalità e stile: l’italiano Giuseppe Verdi, il boemo Gustav Mahler, il russo Dimitri Shostakovich. Di come ognuno di loro abbia, a proprio modo, immaginato e forgiato il futuro, ne parleremo con il direttore d’orchestra Beatrice Venezi, selezionata da Forbes tra i 100 under 30 più influenti d'Italia.


L’arte, in ogni sua manifestazione, è la più alta espressione umana di creatività e di fantasia, momento unico che permette di esteriorizzare tutta la sconfinata interiorità dell’artista ma anche di descrivere il mondo che ci circonda e immaginarne gli sviluppi. Le frontiere sociali dell’arte contemporanea saranno l’oggetto del racconto di Edoardo Di Mauro, direttore dell’Accademia Albertina di Torino, tra i protagonisti della prima edizione di Connections.


L’applicazione su scala globale dei sistemi democratici ha caratterizzato soltanto gli ultimi capitoli della storia dell’Uomo. Ma già la Democrazia è chiamata a rinnovarsi per far fronte alle sfide che il futuro digitalizzato e globalizzato propone. Come si potrà concepire la Democrazia in futuro? A questa domanda tenteremo di rispondere insieme a Francesco Tuccari, direttore della rivista “Storia del pensiero politico”, fondata nel 2012 e pubblicata dalla casa editrice il Mulino.


Come sarebbe andata se? Quante volte ciascuno di noi si è posto questa domanda, riferendosi tanto alle proprie esperienze personali quanto piuttosto a vicende storiche. Per quanto il primo esempio di ucronia possa essere considerato il brano dell'opera Ab Urbe condita, nel quale Tito Livio contempla la possibilità che Alessandro Magno avesse sviluppato il regno macedone dirigendosi verso ovest anziché verso est, nel Settecento quello dell’ucronia diviene un tema ampiamente trattato dai pensatori illuministi. Loro si immaginavano una società di liberi ed eguali, cosmopolita e con al centro le libertà dell'uomo. Una visione che, oggi, spaventa alcuni politici: perché? Protagonista di questa appuntamento sarà lo storico Vincenzo Ferrone, in dialogo con il direttore Francesco Biasi.


E, naturalmente, gli ospiti non si fermano qui: storici, compositori, architetti, urbanisti, matematici, linguisti contribuiranno a declinare, ciascuno dalla propria prospettiva professionale, il tema dell’immaginazione del futuro. Con la certezza – come ci ricorda Abraham Lincoln – che per immaginare il futuro che vogliamo è necessario creare e inventare una realtà nuova a partire dall'oggi.


SPAZIO AEQUALIS – Tra le novità di questa seconda edizione figura l’ampliamento della collaborazione con il gruppo Aequalis della Cascina Roccafranca, al quale sono affidati ben quattro appuntamenti. Qualsiasi riflessione attuale sul prossimo futuro deve infatti toccare i grandi temi della contemporaneità. Primi tra tutti, quelli della parità di genere e della violenza di genere, ai quali le ragazze di Aequalis dedicano abitudinariamente la loro attività.


INFORMAZIONI – Il programma definitivo della seconda edizione del Connections Festival sarà reso noto il 28 giugno. Per informazioni si può consultare il sito web https://connectionsfest.wixsite.com/connectionsfestival o scrivere agli indirizzi di posta elettronica redazione@ilcaffetorinese.it e connectionsfest@mail.com

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